Aborto | |
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Specialità | ostetricia e ginecologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 630-639 |
L'aborto (dal latino abortus, derivato di aboriri, «perire»: composto di ab, «via da», e oriri, «nascere») è l'interruzione, spontanea o procurata,[1] della gravidanza nel periodo in cui il feto non è capace di vita extrauterina (negli umani, prima della ventesima o ventiduesima settimana[2][3]). Generalmente ne consegue l'espulsione del feto o dell'embrione dall'utero;[1] in caso contrario si tratta di aborto ritenuto.
Un aborto che avviene spontaneamente viene detto aborto spontaneo; l'aborto può essere anche causato intenzionalmente e viene quindi chiamato aborto indotto, aborto procurato, interruzione volontaria di gravidanza o anche solo "interruzione di gravidanza". La parola aborto è spesso usata, erroneamente, per indicare solo gli aborti indotti[senza fonte]. Sin dai tempi antichi, gli aborti sono stati realizzati utilizzando erbe medicinali, strumenti taglienti, con la forza o attraverso altri metodi tradizionali.[4]
Una procedura di questo tipo effettuata quando il feto potrebbe sopravvivere al di fuori dell'utero, è invece definita "interruzione ritardata di gravidanza".[5]