Un accordo di stabilizzazione e associazione (Stabilisation and Association Agreement, in inglese) è il primo passo che devono compiere i paesi europei non appartenenti all'Unione europea per poterne entrare a far parte.
I diversi accordi di stabilizzazione e associazione prevedono i passi che ciascuno dei Paesi richiedenti deve compiere per l'ingresso graduale nell'Unione europea: si tratta di accordi bilaterali tra il paese richiedente e l'Unione, che attengono a questioni politiche, economiche, commerciali come anche relative ai diritti umani; con tali accordi inoltre i paesi richiedenti si impegnano ad adottare nella loro legislazione interna le riforme necessarie a conformare i propri ordinamenti all'acquis comunitario. In cambio, l'Unione europea può offrire accesso ad alcuni o a tutti i propri mercati (merci, prodotti agricoli o industriali, ecc.) e assistenza tecnica e finanziaria. Prima di entrare in vigore, l'accordo deve essere ratificato da tutti i paesi membri dell'Unione europea oltre che dallo stato firmatario. Tale procedura non può avere una durata superiore a due anni.
Hanno firmato l'accordo di stabilizzazione e associazione: la Macedonia il 9 aprile 2001, la Croazia il 29 ottobre 2001, l'Albania il 12 giugno 2006, il Montenegro il 15 ottobre 2007, la Serbia il 29 aprile 2008, la Bosnia-Erzegovina il 16 giugno 2008 e il Kosovo il 1º aprile 2016.
Gli accordi di stabilizzazione e associazione sono stati firmati tutti a Lussemburgo contestualmente ai loro accordi interinali che facevano sì che gli stessi entrassero in vigore provvisoriamente prima della fine del necessario iter di ratifica.
Gli accordi di stabilizzazione e associazione e i Paesi dei Balcani occidentali e gli accordi di stabilizzazione e associazione tra i Paesi dei Balcani occidentali e le Comunità europee e i propri Stati membri sono entrati in vigore secondo questo calendario: