L'accusa del sangue è un archetipo antisemita secondo il quale gli ebrei berrebbero sangue umano, in particolar modo di bambini, durante la Pesach per scopi magici o rituali; questa falsa accusa ebbe origine nel 1144 in Inghilterra e poi si diffuse durante il Medioevo ed in età moderna, causando processi e uccisione di ebrei; in epoca contemporanea venne ripresa nella Germania nazista, in Polonia e nel mondo arabo-islamico e, successivamente, nelle ideologie complottiste.[1][2][3] La diffusione della credenza contribuì, nel corso del XIX secolo, alla creazione e alla diffusione dello stereotipo calunnioso della pratica del sacrificio umano come caratteristica dell'ebraismo, cosa questa che divenne una componente organica della propaganda antisemita.[4]