Acido barbiturico | |
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Nome IUPAC | |
1H,3H,5H-pirimidin-2,4,6-trione | |
Nomi alternativi | |
malonilurea 2,4,6-triidrossipirimidina | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C4H4N2O3 |
Massa molecolare (u) | 128,09 g/mol |
Aspetto | solido biancastro |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 200-658-0 |
PubChem | 6211 |
SMILES | C1C(=O)NC(=O)NC1=O |
Proprietà chimico-fisiche | |
Costante di dissociazione acida (pKa) a 298 K | 4,0 |
Solubilità in acqua | 142 g/l (20 °C) |
Temperatura di fusione | 250 °C (523 K) (decomposizione) |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | --- |
Consigli P | ---[1] |
L'acido barbiturico o malonilurea è, chimicamente, l'ureide ciclica dell'acido malonico. Esso è il capostipite di un'importante classe di farmaci: i barbiturici. Il termine barbiturico deriva dal lichene Usnea barbata,[2] da cui si ricava l'acido malonico, e dall'urea. A temperatura ambiente si presenta come un solido biancastro dall'odore tenue.
In passato alcuni suoi derivati erano usati nella pratica clinica in modo massiccio: il Veronal (acido dietil barbiturico) come sedativo e il tiopental sodico (acido metil-pentil barbiturico) come farmaco ipnotico. Data la dipendenza e la tolleranza che questi farmaci causano ed in considerazione della pericolosità che presentano (i barbiturici possono determinare con relativa facilità un'intossicazione potenzialmente letale), a partire dagli anni settanta furono sostituiti dalle benzodiazepine. Seppur in disuso, oggi continuano ad essere prescritti come antiepilettici e per il trattamento di eventi traumatici della testa, inoltre sono utilizzati anche in anestesia. L'acido barbiturico è tossico ma, contrariamente ai suoi derivati, non è farmacologicamente attivo.