L'afrofuturimo affronta temi e preoccupazioni della diaspora africana attraverso la tecnocultura e la fantascienza, abbracciando un'ampia gamma di media e artisti con un interesse condiviso nell'immaginare futuri neri che derivano da esperienze afro-diasporiche.[2] Benché l'afrofuturismo sia più comunemente associato alla fantascienza, può inoltre abbracciare altri generi speculativi come il fantasy, l'ucronia e il realismo magico[3] e può essere individuato anche nella musica.[4]
Il termine è stato coniato dal critico culturale americano Mark Dery nel 1993[5] ed esplorato alla fine degli anni novanta attraverso conversazioni guidate da Alondra Nelson.[6]
^3NDS: Cos'è l'afrofuturismo?, su wired.it. URL consultato il 28 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2017).
^ Mark Dery, Black to the Future: Interviews with Samuel R. Delany, Greg Tate, and Tricia Rose, in The South Atlantic Quarterly, Durham, North Carolina, Duke University Press, 1993, p. 736, OCLC30482743.
^ Howard Rambsy II, A Notebook on Afrofuturism, in Cultural Front, 14 aprile 2012. URL consultato il 26 marzo 2014.