Nella terminologia musicale, l'agogica[1] di una composizione è una qualificazione dell'espressione musicale per quanto riguarda l'impostazione della velocità di un brano e delle sue transizioni. Le variazioni agogiche sono distinte da quelle dinamiche, che consistono nelle variazioni delle intensità sonore. Tuttavia, i due parametri sono spesso abbinati e interagiscono variamente, tanto nella pagina scritta, quanto nel momento dell'esecuzione. Le indicazioni agogiche si dividono in:
- Indicazioni agogiche di movimento, costituite da avverbi, aggettivi o particolari locuzioni. Forniscono le indicazioni di andamento e non di carattere del brano. Alcuni esempi possono essere Grave, Allegro, Adagio, Prestissimo. Se vi è l'esigenza di specificare al meglio la dicitura, è possibile formulare espressioni particolari tramite l'aggiunta di altre parole, ad esempio molto, assai, non troppo, con moto. Si creano così diciture più complete, ad esempio, Allegro maestoso, Andante con moto, Presto con fuoco. Spesso sono accompagnate da un'ulteriore specificazione, ovvero dalle indicazioni metronomiche, le quali riportano con precisione la quantità di pulsazioni al minuto.[2]
- Indicazioni agogiche di transizione, costituite da verbi, spesso abbreviati. Definiscono tutte le transizioni, ovvero tutti i cambiamenti riguardanti la velocità del brano, la quale può subire una diminuzione (ad esempio: ritenuto, allargando, sovente abbreviate in rit. e allarg.), un aumento (ad esempio: stringendo, accelerando, abbreviate in string. e accel.), o un'oscillazione, caratterizzata da un aumento della velocità seguito da una diminuzione e sempre indicata dalla dicitura "rubato".[2]