Aiutanti al nido (Helpers at the nest) è un termine usato nell'ecologia comportamentale e nella biologia evolutiva per descrivere una struttura sociale in cui i giovani e gli adolescenti sessualmente maturi di uno o entrambi i sessi rimangono legati ai loro genitori e li aiutano a crescere le successive covate o cucciolate, invece di disperdersi e iniziare a riprodursi da soli[1]. Questo fenomeno è stato studiato per la prima volta negli uccelli, dove si verifica più frequentemente, ma è noto anche in animali di molti gruppi diversi, tra cui mammiferi e insetti. È una semplice forma di riproduzione cooperativa. Gli effetti degli aiutanti di solito ammontano a un beneficio netto, tuttavia, i benefici non sono distribuiti uniformemente da tutti gli aiutanti né tra tutte le specie che esibiscono questo comportamento[2]. Esistono molteplici spiegazioni proposte per il comportamento, ma la sua variabilità e le ampie occorrenze tassonomiche danno luogo a più teorie plausibili contemporaneamente[3].
Il termine "aiutante" ("helper") è stato coniato da Alexander Skutch nel 1935[1] e definito più attentamente nel 1961 nel contesto aviario come "un uccello che aiuta nella nidificazione di un individuo diverso dal suo compagno, o nutre o si prende cura di un uccello di qualsiasi età che non è né il suo compagno né la sua prole dipendente". Pur essendo stato criticato per essere antropomorfo, il termine è rimasto in uso[4]. Altri termini usati (soprattutto nei mammiferi) a seconda dei contesti specifici sono "non materno" (cura da parte di soggetti diversi dalla madre), "alloparentale" (cura da parte di soggetti diversi dai genitori), "cooperativo" (cura da parte di aiutanti non riproduttori) e "comunitario" (cura da parte di altre femmine riproduttrici)[5].
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