Alessandro I di Russia | |
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George Dawe, ritratto di Alessandro I, 1826, olio su tela, Reggia di Peterhof | |
Imperatore e Autocrate di tutte le Russie | |
In carica | 24 marzo 1801 – 1º dicembre 1825 |
Incoronazione | 27 settembre 1801 |
Predecessore | Paolo I |
Successore | Costantino I (de jure) Nicola I (de facto) |
Nome completo | Aleksandr Pavlovič Romanov Александр Павлович Романов |
Trattamento | Sua Maestà Imperiale |
Nascita | San Pietroburgo, 23 dicembre 1777 |
Morte | Taganrog, 1º dicembre 1825 (47 anni) |
Luogo di sepoltura | Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo |
Casa reale | Romanov |
Padre | Paolo I di Russia |
Madre | Sofia Dorotea di Württemberg |
Consorte | Luisa Maria di Baden |
Figli | Marija Elizaveta |
Religione | ortodossa russa |
Firma |
Alessandro I di Russia (in russo Александр I Павлович Романов?, Aleksandr I Pavlovič; San Pietroburgo, 23 dicembre 1777 – Taganrog, 1º dicembre 1825), detto il Beato[1], fu imperatore di Russia dal 24 marzo 1801 fino alla morte.
Era il figlio primogenito dello zar Paolo I di Russia, figlio di Caterina II, e di Sofia Dorotea di Württemberg, figlia di Federico II Eugenio di Württemberg, che aveva assunto il nome di "Marija Fëdorovna" dopo la conversione alla fede cristiana ortodossa. Alessandro ascese al trono dopo una congiura in cui fu assassinato suo padre, a cui diede un riluttante assenso tentando di far risparmiare la vita del genitore.[2] Sconfitto più di una volta da Napoleone Bonaparte, alla fine fu lui il vincitore definitivo sul lungo periodo, dopo aver sconfitto i francesi nella campagna di Russia insieme agli alleati della sesta coalizione, ed entrò per primo a Parigi pochi giorni prima dell'abdicazione dell'imperatore francese. Fu uno dei protagonisti del Congresso di Vienna e della Restaurazione, nonché fondatore della Santa Alleanza.
Dalla personalità ritenuta enigmatica e sfuggente, Alessandro fu, come la nonna paterna, un monarca illuminato, anche se periodicamente colto da crisi mistiche, dubbi e indecisioni, diviso tra il liberalismo giovanile e il conservatorismo reazionario degli ultimi anni.[3] Anche le circostanze della sua morte non furono molto chiare all'epoca, e si diffuse la leggenda che egli l'avesse inscenata per dedicarsi alla vita religiosa.[4]
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