Alessandro Severo

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«Non fare agli altri quel che non vuoi sia fatto a te[1]»

Alessandro Severo
Imperatore romano
Busto di Alessandro Severo (Musei capitolini, Roma)
Nome originaleMarcus Bassianus Alexianus (alla nascita)
Marcus Aurelius Alexander (dopo l'adozione)
Marcus Aurelius Severus Alexander Augustus (dopo l'ascesa al potere imperiale)
Regno13 marzo 222
18/19 marzo 235
Tribunicia potestas15 anni: la prima il 14 marzo del 222, rinnovata poi annualmente il 10 dicembre.
Cognomina ex virtuteParthicus maximus[2][3] e Persicus[2] nel 232
TitoliParthicus maximus[2][3] e Persicus[2] (232)
Salutatio imperatoria10 volte: la prima al momento della assunzione del potere imperiale nel 222 (I-II), 225 (III?), 227 (IV?), 228 (V?), 229 (VI?), 230 (VII?), 232 (VIII-IX?), 234 (X)
Nascita1º ottobre 208
Arca Caesarea
Morte18 o 19 marzo 235 (26 anni)
Mogontiacum
SepolturaMonte del Grano
PredecessoreEliogabalo
SuccessoreMassimino il Trace
ConiugeSallustia Orbiana
DinastiaSeveriana
PadreMarco Giulio Gessio Marciano
MadreGiulia Mamea
Consolato3 volte: nel 222 (I),[4] 226 (II)[5] e 229 (III).[6]
Pontificato maxnel 222[4]

Marco Aurelio Severo Alessandro Augusto, nato come Marco Bassiano Alessiano (Marcus Bassianus Alexianus) ma meglio noto semplicemente come Alessandro Severo (Alexander Severus) (in latino Marcus Aurelius Severus Alexander Augustus[7]; Arca Caesarea, 1º ottobre 208Mogontiacum, 18 o 19 marzo 235), è stato un imperatore romano, appartenente alla dinastia dei Severi, che regnò dal 222 fino alla sua morte.

Adottato dal cugino e imperatore Eliogabalo, dopo il suo assassinio Alessandro salì al trono, presentato come Eliogabalo stesso quale figlio naturale di Caracalla. Data la sua giovane età (fu imperatore a tredici anni), il potere fu effettivamente esercitato dalle donne della sua famiglia, la nonna Giulia Mesa e la madre Giulia Mamea. Passato alla storia come esempio di buon imperatore, rispettò le prerogative del Senato e si prese cura dei sudditi, non aumentò il carico fiscale e favorì la tolleranza religiosa[8]. Come Antonino Pio, di carattere fu mite e buono, ebbe nobili inclinazioni. Anche quando giudicò su colpe gravissime, non inflisse la pena di morte. Come tutti i membri della sua famiglia, rispettava molto la figura di Alessandro Magno di cui si considerava discendente o erede (come peraltro di Cleopatra, Marco Antonio e Marco Aurelio).

L'imperatore non fu però all'altezza dei problemi militari che dovette affrontare. Nel 229 la dinastia dei Sasanidi incominciò un'offensiva che strappò ai Romani la Cappadocia e la Mesopotamia, fino a minacciare la Siria. Severo riuscì ad arginare l'invasione, ma dovette rapidamente trasferirsi sul fronte del Reno per difendere la Gallia dall'aggressione dei Germani. Nel 235 fu assassinato a soli 26 anni dai suoi stessi soldati durante una campagna contro le tribù germaniche in quanto stava trattando un accordo col nemico ed essi trovavano troppo esitante la sua condotta in guerra. Con lui fu uccisa la madre co-regnante. Al suo posto salì al trono un generale di origine barbarica e di grandi capacità militari, Massimino il Trace, che fu assassinato tre anni dopo dando inizio all'anarchia militare e alla crisi del III secolo.

  1. ^ Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Milano, Hoepli, 1921, p. 476.
  2. ^ a b c d Historia Augusta, Alexander Severus, 56.9.
  3. ^ a b BCTH-1902-517.
  4. ^ a b AE 1979, 645; AE 1999, 1828; AE 2002, 1681.
  5. ^ RIC Alexander Severus, IV, 60; BMCRE 407; Calicó 3111.
  6. ^ RIC Alexander Severus, IV 92; RSC 365. RIC Alexander Severus, IV 495; BMCRE 575; Banti 93. CIL VIII, 1406.
  7. ^ CIL VIII, 8812 (p 1946), AE 1895, 84.
  8. ^ La Historia Augusta si spinge ad affermare che Alessandro avesse posto delle statue di Gesù ed Abramo nel suo larario. Gli storici hanno però da tempo sottolineato la scarsa affidabilità della Historia, rendendo tali affermazioni assai dubbie.

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