Abū al-Ḥasan ʿAlī ibn Sahl Rabbān Ṭabarī Āmulī (in arabo علی ابن سهل ربان طبری آملی?; 838 – 870) è stato un medico persiano che, precedentemente alla sua conversione all'islam, era stato nestoriano o di fede zoroastriana[1][2][3] anche se non manca chi ha ipotizzato una sua provenienza israelitica, visto il titolo "Rabban" del padre,[4] sebbene Max Meyerhof abbia ipotizzato che quel titolo fosse di provenienza siriaca.[5] Non è affatto escluso che però la sua fede d'origine fosse quella cristiana, vista la veemenza con cui scrisse un libro apologetico sulla fede islamica e di accesa polemica nei confronti del cristianesimo (il Kitāb al-Radd ʿalā al-Naṣārā): atteggiamento questo tipico dei cristiani convertiti, estraneo invece ai convertiti israeliti o zoroastriani.
Scrisse una delle prime enciclopedie riguardante la medicina. Fu un pioniere della pediatria, in particolare della fase dello sviluppo puberale.[6]
La sua fama venne oscurata dal suo allievo Muḥammad ibn Zakariyyā al-Rāzī.
- ^ Plinio Prioreschi, A History of Medicine: Byzantine and Islamic medicine, Horatius press, 2001, ISBN 978-1-888456-04-2. URL consultato il 19 maggio 2011.
- ^ Richard Nelson Frye, The Cambridge History of Iran: The period from the Arab invasion to the Saljuqs, Cambridge University Press, 27 giugno 1975, ISBN 978-0-521-20093-6. URL consultato il 23 maggio 2011.
- ^ S. H. Nasr, "Life Sciences, Alchemy and Medicine", su: The Cambridge History of Iran, Cambridge, Volume 4, 1975, p. 416: "Ali b. Rabbani Tabari who was a convert from Zoroastrianism to Islam is the author of the first major work on Islamic medicine, entitled Firdaus al-Hikma."
- ^ Ibn al-Qifṭī, Ṭabaqāt al-ḥukamāʾ, Il Cairo, 1326 E., pp. 128 e 155 (ripreso da Ibn Abī Uṣaybiʿa, ʿUyūn al-anbāʾ, ed. Müller, I, pp. 309-10).
- ^ M. Meyerhof, "ʿAlī ibn Rabban al-Ṭabarī, ein persischer Arzt des 9. Jahrhunderts n. Chr.", in: ZDMG, N.F. X (1931).
- ^ Amber Haque (2004), "Psychology from Islamic Perspective: Contributions of Early Muslim Scholars and Challenges to Contemporary Muslim Psychologists", Journal of Religion and Health, 43, (4), pp. 357–377 [a p. 361]