All Things Must Pass album in studio | |
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Artista | George Harrison |
Pubblicazione | 27 novembre 1970 ![]() 30 novembre 1970 ![]() |
Durata | 115:10 |
Dischi | 3 |
Tracce | 23 |
Genere | Folk rock Gospel Hard rock Country Pop rock |
Etichetta | Apple Records (STCH 639) |
Produttore | George Harrison Phil Spector |
Registrazione | 26 maggio 1970-ottobre 1970, Abbey Road Studios, Trident Studios, Apple Studio, Londra, Gran Bretagna |
Formati | LP da 12", MC, Stereo8, 4-track cartridge e Reel to reel |
Note | n. 1 ![]() n. 1 ![]() n. 2 ![]() |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | ![]() (vendite: 50 000+) ![]() (vendite: 10 000+) ![]() (vendite: 100 000+) |
Dischi di platino | ![]() (vendite: 7 000 000+) |
George Harrison - cronologia | |
Singoli | |
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All Things Must Pass è il terzo album solista di George Harrison (il primo dopo lo scioglimento dei Beatles), pubblicato il 27 novembre 1970 su etichetta Apple Records. Il vinile originalmente pubblicato era costituito da due LP di canzoni rock e in più un terzo LP di jam session strumentali. All Things Must Pass fu il primo album triplo in studio pubblicato da un artista solista; fu un successo sia di critica che di pubblico raggiungendo il 1º posto in classifica nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Quando uscì sorprese notevolmente la critica, che aveva sottovalutato per lungo tempo il talento del chitarrista. L'album contiene nel complesso 23 tracce, tra le quali My Sweet Lord e Beware of Darkness.
Stilisticamente, l'opera riflette l'influenza delle attività musicali di Harrison con artisti come Bob Dylan, The Band, Delaney & Bonnie e Billy Preston durante il periodo 1968-70.[6] Inoltre, All Things Must Pass introdusse il caratteristico sound di Harrison, con le sonorità della chitarra slide in evidenza in molti brani, e le tematiche spirituali che avrebbero riempito tutti i suoi lavori solisti successivi. Alcuni critici ed appassionati interpretarono la fotografia opera di Barry Feinstein che funge da copertina dell'album, dove George Harrison siede su una sedia in un prato circondato da quattro nani da giardino, come una dichiarazione di indipendenza ed emancipazione dai Beatles.
La lavorazione dell'album iniziò agli Abbey Road Studios di Londra nel maggio 1970, con prolungate sessioni di sovraincisione e missaggio che proseguirono fino all'ottobre successivo. Tra il folto gruppo di musicisti che parteciparono alle sessioni per il disco ci furono Eric Clapton e i membri del gruppo Delaney & Bonnie's Friends – tre dei quali avrebbero poi formato con Clapton i Derek and the Dominos durante le sessioni stesse – oltre che Ringo Starr, Gary Wright, Billy Preston, Klaus Voormann, Alan White, John Barham, i Badfinger e Pete Drake.
L'album venne co-prodotto da Harrison insieme a Phil Spector, il quale fece ampio uso della sua tecnica di produzione detta "Wall of Sound".[7] All Things Must Pass viene spesso indicato come il migliore di tutti gli album solisti pubblicati dagli ex-Beatles.[8]
Durante il suo ultimo anno di vita, Harrison supervisionò la ristampa dell'album in occasione del trentesimo anniversario della pubblicazione. La rivista Rolling Stone ha classificato il disco alla posizione numero 368 nella lista "500 Greatest Albums of All Time" da loro redatta.[9] Nel gennaio 2014, All Things Must Pass è stato inserito nella Grammy Hall of Fame.