Andrea Giacinto Bonaventura Longhin, O.F.M.Cap. arcivescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 22 novembre 1863 a Fiumicello |
Ordinato presbitero | 19 giugno 1886 |
Nominato vescovo | 16 aprile 1904 |
Consacrato vescovo | 17 aprile 1904 dal cardinale Rafael Merry del Val |
Elevato arcivescovo | 4 ottobre 1928 da papa Pio XI |
Deceduto | 26 giugno 1936 (72 anni) a Treviso |
Beato Andrea Giacinto Longhin | |
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Vescovo cappuccino | |
Nascita | Fiumicello, 22 novembre 1863 |
Morte | Treviso, 26 giugno 1936 (72 anni) |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 20 ottobre 2002 da papa Giovanni Paolo II |
Santuario principale | Cattedrale di Treviso |
Ricorrenza | 26 giugno |
Andrea Giacinto Bonaventura Longhin (Fiumicello, 22 novembre 1863 – Treviso, 26 giugno 1936) è stato un arcivescovo cattolico italiano dell'Ordine dei frati minori cappuccini.
Fu vescovo di Treviso dal 1904 fino alla sua morte.[1][2] Longhin ricoprì anche vari ruoli di responsabilità all'interno del suo ordine. In precedenza fu insegnante a Udine e ministro provinciale per il suo ordine. Divenne intimo amico del patriarca di Venezia Giuseppe Melchiorre Sarto. Poco dopo che quest'ultimo divenne papa, nel 1904, mise il suo vecchio amico Longhin a nuovo capo della diocesi di Treviso.[2][3]
Si distinse per la sua devozione alle iniziative di riforma pastorale che cercarono di rafforzare la formazione spirituale dei seminaristi e la formazione permanente dei sacerdoti diocesani.[1] Intraprese tre visite pastorali separate perché voleva incontrare tutti i suoi parrocchiani in ogni parrocchia che comprende la diocesi. Fu attivo nell'organizzare e nel collaborare a iniziative di soccorso durante la prima guerra mondiale e venne insignito della Croce al merito di guerra per il suo attivismo.[2][3]
Dopo la sua morte vi furono numerose richieste per l'avvio della causa di beatificazione. Questa causa venne avviata nel 1964 e portò alla dichiarazione che il defunto vescovo era venerabile nel 1998, dopo che papa Giovanni Paolo II confermò le sue virtù eroiche. Lo stesso pontefice lo beatificò nel 2002 in Piazza San Pietro, dopo che la guarigione di un giovane affetto da peritonite avvenuta nel 1964 venne ritenuta un miracolo per l'intercessione di monsignor Longhin.[1][2]