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Per appendicite s'intende l'infiammazione dell'appendice vermiforme che fino alla metà dell'800 fu conosciuta come tiflite o peritiflite perché erroneamente attribuita al cieco (dal greco: τυφλός: cieco). Si fa distinzione tra una forma acuta e una cronica. I sintomi più comuni comprendono dolore addominale al quadrante inferiore destro, nausea, vomito e inappetenza. Tuttavia, circa il 40% dei casi non presenta questi sintomi tipici.[1] Gravi complicazioni che possono verificarsi in caso di rottura dell'appendice sono la peritonite e la sepsi.[2]
L'appendicite è causata da un'ostruzione della cavità dell'appendice[3] che può essere dovuta a coproliti, a infiammazioni di origine virale a carico del tessuto linfoide, a parassiti, calcoli biliari o neoplasie.[4] L'ostruzione porta a un aumento della pressione nell'appendice, a una diminuzione del flusso di sangue ai tessuti della stessa e a una proliferazione batterica all'interno che è la causa diretta dell'infiammazione.[4][5] La combinazione tra l'infiammazione, la riduzione del flusso sanguigno all'appendice e la sua distensione provoca la lesione dei tessuti e la loro morte.[6] Se questo processo non viene trattato, l'appendice può scoppiare rilasciando batteri nella cavità addominale, con conseguente grave dolore addominale e verificarsi delle complicanze.[6][7]
La diagnosi di appendicite è in gran parte basata sui segni e sintomi del paziente.[5] Nei casi in cui la diagnosi non può essere fatta sulla base della storia della persona e dell'esame fisico, una stretta osservazione, esami di laboratorio e tecniche di imaging biomedico possono essere utili. I due test di imaging più comuni sono l'ecografia e la tomografia computerizzata (TC).[8] Nel rilevare l'appendicite acuta la TC ha dimostrato di essere più precisa dell'ecografia[9]; tuttavia, quest'ultima può essere preferibile come primo test di imaging nei bambini e nelle donne in gravidanza per l'assenza di rischi legati all'esposizione alle radiazioni ionizzanti.[8]
Il trattamento standard per l'appendicite acuta è la rimozione chirurgica dell'appendice,[4][5] che può essere eseguita tramite un'incisione aperta nell'addome (laparotomia) o in laparoscopia. La chirurgia riduce il rischio degli effetti collaterali correlati con la rottura dell'appendice.[2] Gli antibiotici possono essere altrettanto efficaci in alcuni casi di appendicite non rotta.[10] L'appendicite è una delle cause, in tutto il mondo, più comuni e significative di un forte e improvviso dolore addominale. Nel 2013 si sono verificati globalmente circa 16 milioni di casi,[11] provocando 72.000 decessi.[12] Reginald Fitz è accreditato per essere la prima persona ad aver descritto la condizione nel 1886.[13]
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