Appercezione

La percezione visiva della mente, talora assimilata a un terzo occhio, come sostenuto anche nella tradizione occidentale da San Bonaventura.[1]

Il termine appercezione sta a indicare una forma particolare di percezione mentale, che si distingue per chiarezza e consapevolezza di sé. Fu introdotto dal filosofo Leibniz per definire la "percezione della percezione", ossia la percezione massima perché situata al più alto livello di autocoscienza.[2] In Kant è nota altrimenti come io penso.[2]

  1. ^ Francesco Corvino, Bonaventura da Bagnoregio: francescano e pensatore, p. 458, Città Nuova, 2006.
  2. ^ a b Pantaleo Carabellese, Appercezione, su treccani.it, 1929.

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