Architettura organica

Il Goetheanum ideato da Steiner a Dornach, esempio di architettura organica vivente.[1]

L'architettura organica è una branca dell'architettura moderna che promuove un'armonia tra l'uomo e la natura, la creazione di un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali propri dell'uomo (costruzioni, arredi, ecc.), e naturali dell'intorno ambientale del sito. Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio architettonico. Architettura organica corrisponde molto da vicino a società organica. Così si può sintetizzare ciò che affermava il maestro fondatore e il principale esponente di questa nuova maniera di concepire l'atto architettonico: Frank Lloyd Wright.

Un'architettura che ha questa idea trainante, rifiuta la mera ricerca estetica o il semplice gusto superficiale, così come una società organica dovrebbe essere indipendente da ogni imposizione esterna contrastante con la natura dell'uomo. Indipendenza quindi da ogni classicismo, ma libertà interpretativa di affrontare qualsiasi tema, armonizzandolo con il tutto e cercandone soluzioni che in Wright sono formalmente perfette.

Alcuni studiosi hanno contrapposto l'architettura organica a quella razionale, ritenendola discordante dal Movimento moderno o International Style, ma entrambe non vanno considerate necessariamente in antitesi, essendosi reciprocamente influenzate e sollecitate, tenendo anche conto che l'organicità contempla per sua natura un tipo di razionalità più complesso.[2] Il pensiero organico può inoltre talvolta sfociare nel concetto di organwerk.

«Risultato dell’arte del costruire dovrebbe essere una poetica serenità anziché una “efficienza” mortale.» F. L. Wright[3]

  1. ^ Quella di «architettura organica vivente» è una delle definizioni che sono state proposte per definire la singolarità architettonica del Goetheanum (Mauro De Luca, Sorella pietra fratello ferro: un percorso nella cultura tecnologica del progetto, pag. 50, Altralinea Edizioni, 2017).
  2. ^ Cesare De Sessa, Luigi Piccinato architetto, pag. 144, Dedalo, 1985.
  3. ^ Frank Lloyd Wright, Testamento, Einaudi, Torino, 1963.

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