Calamaro gigante | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Superphylum | Protostomia |
(clade) | Lophotrochozoa |
Phylum | Mollusca |
Subphylum | Conchifera |
Classe | Cephalopoda |
Sottoclasse | Coleoidea |
Superordine | Decapodiformes |
Ordine | Oegopsida |
Superfamiglia | Architeuthoidea |
Famiglia | Architeuthidae Pfeffer, 1900 |
Genere | Architeuthis Steenstrup in Harting, 1860 |
Specie | A. dux |
Nomenclatura binomiale | |
Architeuthis dux Steenstrup, 1857 | |
Sinonimi | |
Architeuthus | |
Areale | |
Il calamaro gigante (Architeuthis dux Steenstrup, 1857) è un calamaro di acque profonde, unico rappresentante del suo genere (Architeuthis Steenstrup, 1857 ) e della sua famiglia, gli Architeutidi (Architeuthidae Pfeffer, 1900).[2][3] Sebbene talvolta venga chiamato «piovra»[4], tale termine è erroneo, perché esso indica più precisamente i polpi.
I calamari giganti sono abitanti delle profondità oceaniche che possono raggiungere dimensioni ragguardevoli: si parla di dimensioni massime di 13 metri per le femmine e di 18 metri per i maschi, dalla pinna caudale fino all'estremità dei due lunghi tentacoli (essendo secondo solamente al calamaro colossale, rimane comunque uno tra i più grandi organismi viventi). Il mantello, esclusi i tentacoli di circa 5 metri, è lungo circa 2 metri (più lungo nelle femmine, meno nei maschi).
Il 30 settembre 2004 i ricercatori del Museo Nazionale di Scienze del Giappone e dell'Associazione di Whale Watching delle Ogasawara catturarono le prime immagini di un calamaro gigante vivo nel suo ambiente naturale[3]. Alcune delle 556 fotografie vennero pubblicate un anno dopo. Successivamente, il 4 dicembre 2006, lo stesso team filmò per la prima volta un calamaro gigante vivo[5].