Arete di Siracusa

Arete, prigioniera di Callippo, si appella alle sue guardie affinché queste le permettano di allevare il figlio appena nato (dipinto di Jean Charles Nicaise Perrin, ispirato al racconto plutarcheo della Vita di Dione, 57, 5)

Arete (in greco antico: Ἀρήτη?, Aréte; Siracusa, IV secolo a.C. – ...) è stata la moglie del filosofo e tiranno Dione di Siracusa.

Dionisio I, suo padre, la fece sposare in prime nozze con Tearide e, quando questi morì, fu sposata in seconde nozze con Dione. Durante l'esilio di quest'ultimo, Arete venne costretta dal fratellastro Dionisio II a divorziare dal marito e sposarsi nuovamente con il mercenario Timocrate, comandante della cittadella di Ortigia[1].[2]

Arete ebbe due figli da Dione; il primo, Ipparino (detto Areteo), morto suicida giovane, e il secondo figlio, di cui non si conosce il nome, che morì insieme a lei durante la congiura ordita dagli uomini del tiranno Iceta di Leontini.

  1. ^ Finley, p. 106.
  2. ^ Lo storico e giurista siciliano, Vito La Mantia, sottolinea come le seconde nozze di Arete con Timocrate siano la testimonianza che nella Siracusa dorica era legale sciogliere un matrimonio, ovvero divorziare. Poiché se così non fosse stato, continua La Mantia, le seconde nozze di Arete con Timocrate - se pur nate da costrizione - avrebbero suscitato enorme scandalo, e oltre ad apparire nulle agli occhi della legge, Arete sarebbe passata per un'adultera e non per la moglie di Timocrate (La Mantia, Storia della legislazione civile e criminale in Sicilia epoca antica, 1858, pp. 131-132).

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