Arpicordo

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Arpicordo
Informazioni generali
Classificazione314.122-8
Cordofoni semplici
Uso
Musica barocca

L'arpicordo (sostantivo maschile, composto di arpa e corda) è uno strumento musicale a corde munito di tastiera, frequentemente utilizzato in Italia tra l'inizio del XVI secolo e il secolo successivo. Sono rimaste numerose composizioni scritte appositamente per questo strumento, ed è spesso nominato da musicisti e musicologi contemporanei.[1]

Intavolatura di balli d’arpicordo, di Giovanni Picchi, Venezia, 1621

Sull'esatta identità dello strumento ci si affida alle descrizioni di illustri contemporanei quali Vincenzo Galilei («il quale strumento altro non è che un Harpa giacente»[2]) e Adriano Banchieri («la forma di tale stromento è appuntata da amendui le parti con il scanello, & accorda dell'Arpa»[3]): su queste basi, e tenendo presente l'improbabilità che non ci siano giunti modelli di uno strumento così diffuso, si tende ad identificare l'arpicordo con una grande spinetta dalla forma poligonale non rettangolare; il termine spinetta era allora usato esclusivamente per gli strumenti di forma rettangolare. Osservando dall'alto questi strumenti è possibile notare come la forma ricordi quella di un'arpa (da cui il nome) in posizione orizzontale.[1]

  1. ^ a b (EN) D.J.Hamoen, The Arpicordo Problem: Armand Neven's Solution Reconsidered. Acta Musicologica, XLVIII (1976), pagg. 181-4
  2. ^ Vincenzo Galilei, Dialogo della musica antica, et della moderna. Firenze, 1581, pag. 144
  3. ^ Adriano Banchieri, Conclusioni nel suono dell'organo. Bologna, 1609, pag. 44

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