Assedio della Mirandola parte guerra della Lega di Cambrai | |||
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(Olio su tela di Raffaello Tancredi, 1890) | |||
Data | 19 dicembre 1510 - 20 gennaio 1511 | ||
Luogo | Mirandola, in Emilia-Romagna | ||
Causa |
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Esito | Vittoria dello Stato Pontificio | ||
Modifiche territoriali | nessuna[1] | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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L'assedio della Mirandola di papa Giulio II fu un assedio che si svolse dal 19 dicembre 1510 al 20 gennaio 1511 nell'ambito della guerra della Lega di Cambrai e vide contrapposte le forze della Lega Santa comandata da papa Giulio II contro la Signoria della Mirandola, all'epoca tenuta da Francesca Trivulzio (figlia del maresciallo di Francia Gian Giacomo Trivulzio e vedova di Ludovico I Pico, tutrice del figliastro Galeotto II Pico). L'assedio si concluse dopo 32 giorni con l'entrata di papa Giulio II che scavalcò personalmente le mura della città fortificata.
Pur essendo l'azione militare più nota avvenuto nei quattrocento anni di storia dello Stato di Mirandola (rimasto indipendente per 400 anni), da un punto di vista strategico non ebbe grande importanza nell'ambito della guerra della Lega di Cambrai. Ciononostante l'evento ebbe molta rilevanza internazionale in quanto il papa (capo della Cristianità) prese parte personalmente all'operazione militare sul campo, la qual cosa apparve "agli occhi degli uomini molto nuova", secondo quanto riportato da Francesco Guicciardini nella sua Storia d'Italia[2].
L'assedio è inoltre associato tradizionalmente alla nascita dello zampone, tipico salume della Bassa modenese [3].