Battaglia di Selinunte parte guerre greco-puniche | |||
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Data | 406 a.C. | ||
Luogo | Agrigento | ||
Esito | Vittoria punica; Agrigento saccheggiata | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
Perdite | |||
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L'assedio di Agrigento durò otto mesi dell'anno 406 a.C. e vide contrapposti i siracusani e gli agrigentini, guidati dai generali Dafneo e Dessippo, contro i soldati cartaginesi guidati da Annibale Magone, della dinastia dei Magonidi, e Imilcone, degli Annoni. L'esercito cartaginese assediò la città di origini doriche Agrigento come vendetta degli attacchi greci alle colonie puniche in Sicilia. Il consiglio della città aveva richiesto di respingere i Cartaginesi fino all'arrivo dei rinforzi provenienti da Siracusa che sconfissero una parte degli assedianti e li costrinsero alla ritirata.
Durante l'assedio, Annibale e un gran numero di soldati cartaginesi morirono di peste e i sopravvissuti vivevano in dure condizioni dopo l'ordine dei greci di tagliare le rotte di rifornimento del nemico. Comunque, ai Cartaginesi, lasciati a Imilcone, parente di Annibale, fu ordinato di catturare i convogli di rifornimenti greci marini per mezzo della flotta cartaginese in servizio, che costrinse i greci ad affrontare a loro volta la minaccia di morire di fame. Questo causò il disgregamento tra i greci di Sicilia: la maggior parte della popolazione di Agrigento lasciò la città, consentendo ai Cartaginesi di catturarla e saccheggiarla.