L'assedio di Acri del 1104 fu un attacco condotto dalle forze crociate guidate da Baldovino I di Gerusalemme contro la città musulmana di Acri, all'epoca in mano al Califfato fatimide e amministrata dall'emiro Zahr ad-Dawlah al-Juyushi. Il re Baldovino intendeva ampliare l'estensione dei territori cristiani nel Levante ed era ben consapevole della necessità di disporre di un solido porto e avamposto che potesse agevolare le operazioni. Così, già nel 1103 tentò di attaccare Acri, ma la città resistette vigorosamente e respinse gli assalitori.
Nel 1104, grazie al supporto della Repubblica di Genova, Baldovino ritentò l'assedio e stavolta ottenne il successo dopo qualche settimana di attacco. Diversi abitanti furono massacrati e molti lasciarono la città, come era stato previsto nelle condizioni pattuite a seguito della battaglia. Grazie alla conquista di Acri, il re di Gerusalemme si assicurò una città che avrebbe funto nei diversi decenni a venire da porto di riferimento per diverse spedizioni militari condotte in Terra santa.