Autobiography album in studio | |
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Artista | Ashlee Simpson |
Pubblicazione | 20 luglio 2004 |
Durata | 44:01 |
Dischi | 1 |
Tracce | 12 |
Genere | Pop rock |
Etichetta | Geffen |
Produttore | John Shanks |
Registrazione | 2002–2004 Henson Recording Studio, Hollywood, California |
Formati | CD, MC, LP, download digitale, streaming |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | ![]() (vendite: 100 000+) ![]() (vendite: 50 000+) ![]() (vendite: 100 000+) |
Dischi di platino | ![]() (vendite: 200 000+) ![]() (vendite: 3 000 000+) |
Ashlee Simpson - cronologia | |
Album precedente
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Singoli | |
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Autobiography è l'album di debutto della cantautrice e attrice statunitense Ashlee Simpson, pubblicato il 20 luglio 2004 negli Stati Uniti d'America e in Canada.
Negli Stati Uniti è stato il maggior debutto di un'artista femminile del 2004. Grazie al successo del primo singolo Pieces of Me, l'album ha debuttato alla vetta della Billboard 200, vendendo 398 000 copie nella prima settimana. A settembre divenne triplo disco di platino, e secondo la Nielsen SoundScan, con 2 500 000 copie fu il nono disco più venduto nel 2004. Ad agosto 2005 le copie vendute erano 2,9 milioni.
In Canada l'album debuttò alla 37ª posizione con circa 3000 copie vendute, e raggiunse l'ottava posizione alla 25ª settimana dall'uscita. A gennaio 2005 fu premiato con il doppio disco di platino.
Nel Regno Unito uscì il 4 ottobre 2004 debuttando alla 31ª posizione, ma calò ben presto dalla top 40, ritornandovi solo con la pubblicazione del secondo singolo La La il 24 gennaio 2005 (dato che il singolo Shadow non fu pubblicato in Europa). In Irlanda, sempre per il successo del singolo La La, raggiunse la 22ª posizione nel gennaio 2005.
La Simpson è coautrice di tutte le tracce, che descrive come sue vere emozioni[non chiaro]. L'album, prodotto da John Shanks, varrà a quest'ultimo un Grammy Award nel 2005 come miglior produttore nella categoria Non-Classical[6]. Tuttavia la critica si spacca sulle performance della cantante e in particolare frasi poco amichevoli vengono dalla rivista Rolling Stone, che la etichetta come la brutta copia di Avril Lavigne, di pochissimo tempo (giorni) più grande.