L'avvelenamento amnesico da molluschi, in inglese noto come "Amnesic shellfish poisoning" (ASP) è una patologia causata dal consumo di una biotossina marina, chiamata acido domoico.[1] Nei mammiferi, compresi gli umani, l'acido domoico agisce come neurotossina, causando danni permanenti alla memoria a breve termine, danni cerebrali, e morte nei casi più gravi.
Questa tossina è prodotta in natura da diatomee marine appartenenti al genere Pseudo-nitzschia e dalla specie Nitzschia navis-varingica.[2] Quando viene accumulato in alte concentrazioni dai molluschi durante il filtraggio degli alimenti, l'acido domoico può essere trasmesso agli uccelli, ai mammiferi marini e agli esseri umani tramite il consumo dei molluschi contaminati.[3][4][5][6][7]
Sebbene la patologia umana dovuta all'acido domoico sia stata associata solo ai molluschi, la tossina può accumularsi in molti organismi marini che si nutrono di fitoplancton, come acciughe e sardine. L'intossicazione da acido domoico in organismi non umani viene spesso indicata come avvelenamento da acido domoico o DAP.
- ^ (EN) Clark, RF, Williams, SR e Nordt, SP, A review of selected seafood poisonings., 1999. URL consultato il 2 settembre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2011).
- ^ marinespecies.org, http://www.marinespecies.org/HAB/aphia.php?p%3Dtaxdetails%26id%3D246595. Nitzschia navis-varingica]
- ^ (EN) S. S. Bates e V. L. Trainer, Ecological Studies, Springer Berlin Heidelberg, 2006, pp. 81–93, DOI:10.1007/978-3-540-32210-8_7, ISBN 9783540322092. URL consultato il 2 settembre 2018.
- ^ Walsh, Patrick J., Ph. D., Oceans and human health, Elsevier, 2008, ISBN 9780123725844, OCLC 165048774. URL consultato il 2 settembre 2018.
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- ^ Seckbach, J. (Joseph) e Kociolek, John Patrick., The diatom world, Springer Science + Business Media, 2011, ISBN 9789400713277, OCLC 768427711. URL consultato il 2 settembre 2018.
- ^ Vera L. Trainer, Stephen S. Bates e Nina Lundholm, Pseudo-nitzschia physiological ecology, phylogeny, toxicity, monitoring and impacts on ecosystem health, in Harmful Algae, vol. 14, 2012-02, pp. 271–300, DOI:10.1016/j.hal.2011.10.025. URL consultato il 2 settembre 2018.