Battaglia di Belmont parte della guerra di secessione americana | |||
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Mappa della battaglia di Belmont | |||
Data | 7 novembre 1861 | ||
Luogo | Contea di Mississippi, nel Missouri | ||
Esito | vittoria dell’Unione[1] | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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La battaglia di Belmont fu combattuta il 7 novembre del 1861 nella Contea di Mississippi nel Missouri; sarà la prima prova di combattimento nella guerra di secessione americana per il Brigadiere generale Ulysses S. Grant, il futuro generale dell'Union Army nonché comandante generale dell'esercito statunitense e presidente degli Stati Uniti d'America dopo il 1868. Si trovò a fronteggiare Leonidas Polk, cugino dell'ex presidente James Knox Polk.
Le truppe di Grant in questo scontro erano il nucleo dell'Armata del Tennessee sotto le insegne dell'Unione[2]. Il 6 di novembre Grant si trasferì in battello dal Cairo nell'Illinois per attaccare il piccolo avamposto della Confederate States Army posto nei pressi del villaggio di Belmont, attraversando il fiume Mississippi e percorrendo la strada che portava direttamente alla fortezza confederata di Columbus nel Kentucky.
Fatti trasbordare i suoi uomini oltre il confine statale del Missouri marciò in direzione di Belmont. Le truppe invasero a sorpresa il campo avversario riuscendo così a distruggerlo; i fuggitivi superstiti tuttavia si riorganizzarono e vennero rinforzati direttamente da Columbus; poi contrattaccarono sostenuti dal pesante fuoco d'artiglieria proveniente dall'altra parte del fiume. Grant si ritirò quindi sui suoi battelli, conducendo i propri uomini a Paducah.
La battaglia risultò essere relativamente insignificante ma, pur con un minimo successo conseguito da entrambi gli schieramenti, in quel momento ricevette una considerevole attenzione da parte della stampa, con i sostenitori del Sud che ne tesserono le lodi a fronte dei Nordisti che se ne lamentarono amaramente[3].