Battaglia di Mabila parte della Colonizzazione spagnola delle Americhe | |||
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Data | 18 ottobre 1540 | ||
Luogo | Mabila, Arkansas | ||
Esito | Vittoria spagnola | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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Mabila[1] (nota anche come Mavila, Mavilla, Maubila o Mauvilla nelle traduzioni spagnole o francesi)[2] era una piccola città fortificata governata, nel 1540, dal capo supremo Tuscalusa e situata in quello che oggi è l'Alabama centrale[1]. La sua esatta ubicazione è stata da sempre oggetto di dibattito: la versione oggi comunemente accettata è che si trovasse a sud-ovest dell'attuale città di Selma.
Nel 1540 il capo Tuscalusa fece in modo che a Mabila si nascondessero più di 2500 guerrieri indigeni, pronti ad attaccare un numeroso gruppo di stranieri che avevano invaso il territorio dove sorgeva la cultura del Mississippi: l'esploratore spagnolo Hernando de Soto e i suoi uomini[1].
Quando Hernando de Soto incontrò per la prima volta Tuscalusa nel suo villaggio natale e gli chiese dei rifornimenti, Tuscalusa gli consigliò di recarsi in un'altra delle sue città, nota come Mabila, dove avrebbero trovato ciò che cercavano. Un messaggero indigeno venne inviato a Mabila. Quando Tuscalusa arrivò a Mabila con il primo gruppo di spagnoli, il capo chiese agli spagnoli di lasciare l'insediamento e la regione. Scoppiò una rissa tra un soldato e un indigeno e molti guerrieri che fino ad allora erano rimasti nascosti nelle case iniziarono a bersagliare di frecce gli spagnoli[1]. Gli spagnoli fuggirono, lasciando i loro averi all'interno della fortezza. L'intero conflitto che ne derivò è divenuto noto come «battaglia di Mabila». Muniti di armi da fuoco, gli spagnoli alla fine incendiarono il villaggio e uccisero la maggior parte dei guerrieri[1][3].
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