Battaglia degli Altipiani parte del fronte italiano della prima guerra mondiale | |||
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Piano dell'Offensiva di Primavera | |||
Data | 15 maggio-27 luglio 1916 | ||
Luogo | Trentino meridionale, alto vicentino, nei dintorni del massiccio del Pasubio, nell'Altopiano dei Sette Comuni e nei dintorni di Folgaria, Tonezza e Lavarone | ||
Esito | Vittoria difensiva italiana / Ripiegamento austroungarico | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Perdite | |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
La battaglia degli Altipiani (Österreich-Ungarns Südtiroloffensive 1916, o solamente Südtiroloffensive, nelle nazioni di lingua tedesca) fu lo scontro che, durante la prima guerra mondiale, ebbe luogo nella primavera del 1916 sugli altipiani di confine tra Veneto e Trentino tra l'Imperiale e regio esercito austroungarico e il Regio Esercito italiano, comandati rispettivamente da Franz Conrad von Hötzendorf e Luigi Cadorna. La battaglia nella storiografia imperiale è nota con il nome di Frühjahrsoffensive (in italiano Offensiva di primavera) o anche Maioffensive o Südtiroloffensive (in italiano Offensiva di Maggio o Offensiva del Sud Tirolo).
L'offensiva austriaca è poi conosciuta in Italia anche con il termine di Strafexpedition (in italiano Spedizione punitiva). Questa denominazione non ha riscontri nella documentazione ufficiale austriaca del tempo ed è considerata di origine popolare per sottolineare la presunta volontà dell'Austria di punire l'Italia per l'entrata in guerra a fianco dell'Intesa.[3] Questa fu anche l'unica offensiva austriaca sul fronte italiano tra l'entrata in guerra dell'Italia nel 1915 e l'offensiva di Caporetto dell'ottobre 1917. La battaglia durò dal 15 maggio 1916 al 27 luglio 1916. L'offensiva austriaca si esaurì il 16 giugno 1916; da quella data fino al 27 luglio ebbe invece luogo la controffensiva italiana.
Questa battaglia segnò la volontà austriaca di condurre un'offensiva su grande scala che avrebbe permesso all'esercito imperial-regio di invadere la pianura veneta e isolare il fronte dell'Isonzo dal resto della penisola italiana. Tuttavia, le difficoltà logistiche dell'Austria-Ungheria, l'Offensiva Brusilov sul fronte orientale, e l'afflusso di rinforzi italiani decretarono il fallimento dei piani asburgici, con l'esercito imperial-regio che decise di ripiegare su posizioni più facilmente difendibili. Si stima che, al termine della battaglia, le perdite italiane ammontarono a quasi 150.000 uomini e quelle austriache a circa 83.000 uomini.[4]
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