Bayinnaung il Grande | |
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Re della Birmania | |
In carica | 30 aprile 1550 – 10 novembre 1581 |
Incoronazione | 12 gennaio 1554 |
Predecessore | Tabinshwehti |
Erede | Nandabayin |
Successore | Nandabayin |
Nome completo | Bayinnaung Kyawhtin Nawrahta |
Nascita | Taungù ?, 16 gennaio 1516 |
Morte | Pegu, 10 novembre 1581 |
Luogo di sepoltura | Pegu |
Dinastia | Taungù |
Padre | Mingyi Swe |
Madre | Myo Myat |
Consorte | Thakin Gyi Atula Thiri Sanda Dewi Yaza Dewi |
Religione | Buddhismo Theravada |
Bayinnaung Kyawhtin Nawrahta (in birmano: ဘုရင့်နောင် ကျော်ထင်နော်ရထာ, trascrizione IPA: bəjɪ̰ɴ nàʊɴ tɕɔ̀ tʰɪ̀ɴ nɔ̀jətʰà, letteralmente: cognato del re; in thailandese พระเจ้าบุเรงนอง, Phra Chao Buréngnòng ; in portoghese: Braginoco) (Taungù ?, 16 gennaio 1516 – Pegu, 10 novembre 1581) è stato un sovrano, generale e condottiero birmano. Terzo re della Dinastia di Taungù nell'odierna Birmania, è passato alla storia per le campagne militari che fecero del paese il più grande impero mai esistito nel sudest asiatico.
Oltre a riunificare la Birmania, sfaldatasi alla morte del predecessore Tabinshwehti, i suoi eserciti conquistarono i regni di Manipur, Shan, Chiang Hung, Lanna, Siam e Lan Xang.[1] In virtù dei suoi successi, è stato definito il Napoleone della Birmania e viene considerato uno dei tre grandi re birmani insieme a Anawrahta e Alaungpaya. È tuttora ricordato in Thailandia in una canzone ed un racconto popolari intitolati "Phu Chana Sip Thit", il "Conquistatore delle 10 direzioni", l'epiteto con cui lo stesso Bayinnaung si autocelebrò in un'iscrizione rinvenuta a Pagan.[2] Un altro dei suoi titoli fu Hsinbyumyashin, signore degli elefanti bianchi, animali auspicali e sacri per i buddhisti, simboli di prestigio regale.[3]