I beni relazionali[1] sono tutte le forme di beni prodotti dalle relazioni, ossia:
I beni relazionali consistono in relazioni e solo di relazioni sociali, non di apporti individuali né di una realtà collettiva da cui discenda come conseguenza o effetto derivato. La caratteristica fondamentale è che richiedono una forma di condivisione – sharing – volontaria come condizione necessaria, anche se non sufficiente, la quale diviene sufficiente nella misura in cui viene praticata la norma della reciprocità.
I beni relazionali si distinguono in:
Il concetto di “bene relazionale”, introdotto nel dibattito teorico alla metà degli anni Ottanta (1986) dal filosofo e sociologo Pierpaolo Donati e dalla filosofa Martha Nussbaum, si è sviluppato grazie al contributo di diverse discipline, prima fra tutte l'economia, grazie ad autori quali Benedetto Gui, Luigino Bruni e Stefano Zamagni, Carole Uhlaner[3], e recentemente in tema di relazionalità virtuale con Davide Tutino[4][5].
La categoria del "bene relazionale" si pone al centro della sociologia relazionale. Di particolare importanza è l'analisi del rapporto che unisce tra loro i beni relazionali e il capitale sociale (che consiste nelle relazioni di fiducia, cooperazione e reciprocità)[6]. Quest'ultimo infatti costituisce al tempo stesso una precondizione per la nascita di un bene relazionale ed è a sua volta rigenerato da questo, in un circolo virtuoso. Per intenderci, il capitale sociale “non è la risorsa che un individuo può mobilitare usando in modo strumentale la sua relazione con chi può procurargliela. Ma è la relazione stessa, se e in quanto si tratta di una relazione, che ha la potenzialità di essere sorgente di uno scambio sociale che avviene in una maniera sui generis non di tipo commerciale né politico, ma come azione finalizzata a uno scopo che opera attraverso la fiducia e norme cooperative, mobilitando le risorse accessibili”.
Dunque, secondo l'approccio relazionale, il capitale sociale si configura come un particolare bene relazionale che compare al di là dell'individuo e della collettività, fatto di relazioni costruite mediante l'interazione. In tal senso i beni relazionali escono dal campo strettamente teorico e diventano uno strumento operativo per progettare interventi nel sociale, in cui la costruzione di capitale sociale è basilare per la coesione sociale, e in particolare l'inclusione di soggetti svantaggiati e in difficoltà[7].