Sir Bernard Arthur Owen Williams (Westcliff-on-Sea, 21 settembre 1929 – Roma, 10 giugno 2003) è stato un filosofo britannico. È stato definito da The Times il "filosofo morale inglese più brillante e importante del suo tempo". [1]
Williams trascorse più di 50 anni a cercare delle risposte a una domanda: Che cosa vuol dire vivere bene?. Questa è una questione filosofica che pochi filosofi hanno esplorato, preferendo invece concentrarsi sulle questioni concernenti il dovere morale. Per Williams, il dovere morale, è una frase che non ha alcun significato se non viene connessa al conseguimento dell'individualismo e del ben vivere.
Professore Knightbridge di filosofia all'Università di Cambridge per più di un decennio e rettore del King's College (Cambridge) per quasi altrettanto,[2] Williams divenne noto a livello internazionale per il suo tentativo di far tornare alle origini lo studio della filosofia morale: dalla storia alla cultura, dalla politica alla psicologia e, in particolare, ai Greci. Descritto come un "filosofo analitico con l'anima di un umanista",[3] si considerava un sintetico che raggruppava le idee da quei campi che sembravano essere più incapaci di comunicare con gli altri. Rigettò il riduzionismo scientifico ed evolutivo, non appena ebbe definito i riduzionisti "quelli che non piacciono per niente perché moralmente dotati di scarsa fantasia".[4] Secondo Williams, la complessità era bella, significativa e irriducibile.
Fu noto per la grande solidarietà mostrata per le donne dedite agli studi accademici,[5] notando in esse la possibilità di quella sintesi tra ragione e emozione che sentiva come filosofia analitica sfuggevole. La filosofa americana Martha Nussbaum disse che Williams era "così vicino ad essere un femminista come poteva essere un uomo potente della sua generazione."[5]