La biosofia (sapere attraverso il corpo vivente) è una particolare tecnica psicoterapeutica inserita nell'ambito della psicologia somatorelazionale che ha i suoi fondamenti nella vegetoterapia di Wilhelm Reich, nell'analisi bioenergetica di Alexander Lowen e nella psicologia umanistica di Carl Rogers.[1]
La procedura terapeutica della biosofia non si discosta dalla comune tecnica psicologica del totale ascolto del paziente ma in più è particolarmente attenta alle comunicazioni non verbali che provengano da esso come
Quest'ultima caratteristica della terapia psicologica si riferisce all'analisi bioenergetica, una disciplina oggi inclusa nell'ambito delle medicine alternative[2] che presuppone che ogni individuo disponga di una energia vitale, essenziale sia per una interazione fra corpo e mente, sia per il controllo degli stati fisici che di quelli mentali.[3]
L'energia a cui fa riferimento la bioenergetica è stata definita, a seconda degli influssi culturali, Qi (chi), forza vitale; tra i suoi effetti più facilmente riconoscibili, secondo i terapeuti, vi sono le variazioni del tono dell'umore.[4]
Alcune pratiche orientali come l'agopuntura, lo yoga, il t'ai-chi ch'uan utilizzano concetti analoghi di energia corpo-mente; infatti la bioenergetica, sostengono i terapeuti, rappresenta un ponte fra la filosofia orientale e le discipline fisiche orientali e la psicologia occidentale.[5]
Nella biosofia l'elemento determinante della cura è la totale fiducia che il terapeuta, messa da parte ogni prevenzione cognitiva, deve dare alle dichiarazioni del paziente che deve essere ascoltato come sicura e spontanea fonte di verità. Il terapeuta inoltre dovrà porre particolare attenzione anche all'espressione e alla mobilità del corpo del paziente che manifesta in questo modo ulteriori informazioni sulla sua psiche.
La biosofia considera poi essenziale per la cura l'esercizio corporeo che mira a restituire, sciogliendo le tensioni e i blocchi muscolari, la vera identità corporea, e quindi psichica, che il paziente narcisisticamente mascherava a sé stesso.[6]