La presenza di briganti e banditi nel territorio romagnolo è attestata da documenti storici almeno fin dal XVI secolo.
La "messa al bando" (da cui il termine "banditi") era attribuita a "fuoriusciti" politici, nobili o cittadini estradati a seguito delle lotte fra fazioni municipali. Questi continuavano a contrastare l'accentramento del potere locale con azioni militari vere e proprie assoldando tutta una congrega di dubbie figure fra cui ladroni, grassatori, masnadieri ovvero soldati disoccupati, delinquenti comuni colpiti dal bando in contumacia per crimini commessi contro il patrimonio o contro la persona.
Il fenomeno è testimoniato da documenti conservati nell'archivio storico[1] di Terra del Sole che conserva circa 1.000 "filze" di atti civili e criminali[2] che dalla fine del Quattrocento fino all'Unità d'Italia registrano il fenomeno del banditismo in questi territori.