Brokered convention

Nella politica statunitense, una brokered convention è una situazione in cui nessun singolo candidato riesce ad ottenere la maggioranza dei delegati (sia quelli selezionati nelle primarie e nei caucus sia i superdelegati) per ottenere la nomination del partito alle elezioni presidenziali.

Una brokered convention può verificarsi solo nel caso in cui nessun candidato risulta eletto al primo scrutinio, questo perché durante la prima votazione vige l'obbligo di fedeltà, per il quale tutti i delegati devono votare obbligatoriamente per il candidato che sono stati chiamati a rappresentare. A partire dal secondo scrutinio ogni delegato è libero di votare per qualsiasi candidato, assistendo a quello che in gergo viene definito mercato delle vacche[1][2][3][4] dove i vari candidati cercano di persuadere i delegati per arrivare al quorum d'elezione. Se nessun candidato riuscisse a ottenere la maggioranza dei voti, il partito potrebbe proporre anche candidature esterne a quelle presentatesi alle primarie, ma che gode di ampio consenso fra le varie correnti del partito.

  1. ^ Gold Jeffrey, Post-primary questions answered [collegamento interrotto], in Associated Press, Courier-Post.
  2. ^ Eleanor Cliff, A Ticking Clock, in Newsweek, 6 febbraio 2008.
  3. ^ Eun Kyung Kim, Convention Q & A [collegamento interrotto], in Gannett News Service, Detroit Free Press, 10 febbraio 2008.
  4. ^ Paul Katie, Convention Wisdom, su newsweek.com, Newsweek, 7 febbraio 2008.

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