Cabala pratica

Sinagoga di Úštěk, ora museo ebraico con statua del golem di Praga

La Cabala pratica (in ebraico קבלה מעשית?, Qabbalah Ma'asit) nell'ebraismo rabbinico è una branca della tradizione mistica che tratta dell'uso della magia.

Era considerata lecita come magia bianca dai suoi praticanti, riservata all'élite, che poteva separare la sua fonte spirituale dai reami Qelipot del male se esercitata in santità e purezza. La preoccupazione di sconfinare nelle gravi proibizioni ebraiche di magia impura fece sì che rimanesse una tradizione minore nella storia ebraica. I suoi insegnamenti includono l'uso di nomi divini e angelici per amuleti e incantesimi.[1] Kabbalah Ma'asit viene citata in testi storici, ma la maggioranza dei cabalisti insegnano che il suo uso è proibito.[2]

La Cabala pratica si contrappone alla tradizione principale della Kabbalah Iyunit ("Cabala contemplativa"), che cerca di spiegare la natura di Dio e dell'esistenza mediante lo studio teosofico e le tecniche mentali.

Secondo lo storico Gershom Scholem, molti degli insegnamenti della Cabala pratica sono precedenti e indipendenti dalla Cabala teorica, che viene usualmente associata al termine:

«Storicamente parlando, una gran parte del contenuto della Cabala pratica è antecedente ai contenuti della Cabala speculativa e non dipende da loro. In effetti, ciò che è venuto ad essere considerato il testo della Cabala pratica costituisce un agglomerato di tutte le pratiche magiche che si sono sviluppate nell'Ebraismo dall'epoca talmudica fin verso il Medioevo. La dottrina delle Sefirot quasi mai svolge un ruolo decisivo in queste pratiche..."[3]»

  1. ^ Elber, Mark. The Everything Kabbalah Book: Explore This Mystical Tradition--From Ancient Rituals to Modern Day Practices, p.137. Adams Media, 2006. ISBN 1-59337-546-8.
  2. ^ Rabbi Chaim Vital, "Keys to True Prophecy: Practical Kabbala Today" Archiviato il 13 dicembre 2007 in Internet Archive. su kabbalaonline.org
  3. ^ Gershom Scholem, Kabbalah, Keter Publishing House (Gerusalemme), 1974, p.183.

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