Il capitalismo viola o capitalismo femminista è un termine utilizzato per descrivere, da una prospettiva critica, l'incorporazione di alcuni principi del movimento femminista nel capitalismo e nell'economia di mercato.[4][5][6][7]
Le critiche si basano, da un lato, sull'argomento che l'integrazione delle donne nel mercato del lavoro non ha portato a un cambiamento di paradigma nel modello socio-economico verso uno più orizzontale ed egualitario, dove persistono i divari salariali, e il lavoro di cura non è stato distribuito equamente, rimanendo prevalentemente a carico delle donne.[8][9]
D'altro canto, c'è anche un esame critico su come il femminismo venga strumentalizzato per vendere prodotti (come musica o abbigliamento), perdendo il suo significato politico e diventando semplicemente una tendenza che non mette in discussione le condizioni di produzione di questi prodotti ed esclude la maggior parte della popolazione mondiale.[1][2][10]