Casa di bambola | |
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Opera teatrale in tre atti | |
Alla Nazimova nella versione cinematografica di Casa di bambola | |
Autore | Henrik Ibsen |
Titolo originale | Et Dukkehjem |
Lingua originale | Norvegese |
Composto nel | 1879 |
Pubblicato nel | 1879 |
Prima assoluta | 21 dicembre 1879 Det Kongelige Teater, Copenaghen |
Prima italiana | 9 febbraio 1891 Teatro dei Filodrammatici, Milano |
Personaggi | |
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Riduzioni cinematografiche | Casa di bambola, film del 1973 per la regia di Joseph Losey |
Casa di bambola (titolo orig. Et dukkehjem) è uno spettacolo teatrale in tre atti scritto dal drammaturgo norvegese Henrik Ibsen nel 1879. Ambientato in una cittadina della Norvegia, circa nel 1879, il dramma segue il destino di una donna sposata, le cui aspirazioni di vita e auto-realizzazione sono frustrate in un mondo dominato dagli uomini, sebbene Ibsen negasse l'intento di scrivere un'opera femminista. Il testo destò grande scalpore, suscitando reazioni offese e oltraggiate dalla storia, e aprì un grande dibattito che si riverberò sui giornali e nella società.
Scritto ad Amalfi durante un soggiorno di Ibsen, fu pubblicato all'inizio del mese di dicembre 1879 e rappresentato il 21 dicembre dello stesso anno al Teatro Reale di Copenaghen. Pungente critica sui tradizionali ruoli dell'uomo e della donna ambito del matrimonio durante l'epoca vittoriana, Ibsen scrisse nei suoi primi appunti: «Ci sono due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze, una in un uomo e un'altra completamente differente in una donna. L'una non può comprendere l'altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se non fosse una donna, ma un uomo».
Il personaggio di Nora, protagonista dell'opera, fu ispirato da Laura Kieler (Tromsø, 1849 - Aalsgaarde, 1932), scrittrice e amica di Ibsen, protagonista di un celebre scandalo dell'epoca, molto simile alla vicenda narrata dal testo teatrale[1][2][3]. La Kieler, essendosi poi riconciliata con il marito o forse anche semplicemente infastidita che la sua vita fosse stata usata come foraggio per il suo dramma controverso, non perdonò mai Ibsen[4].
Il manoscritto autografo di Casa di Bambola, conservato nella Biblioteca Nazionale Norvegese di Oslo, è stato inserito nel 2001 dall'UNESCO nel Registro della Memoria del mondo, un riconoscimento del suo valore storico. Nel 2006, nel centenario della morte di Ibsen, Casa di bambola divenne l'opera teatrale più rappresentata al mondo.