Censura di Internet

Censura di Internet nel mondo:[1][2][3]

     Censura pervasiva

     Censura sostanziale

     Censura selettiva

     Sorvegliati da RSF

     Nessuna evidenza di filtri

     Non classificati / mancanza di dati

Il grado di censura di Internet varia da paese a paese. Le democrazie hanno in genere una censura moderata, consentendo ai cittadini di accedere alle informazioni e partecipare ai dibattiti pubblici, sebbene con alcune giustificate restrizioni. Al contrario, i regimi totalitari impongono severe limitazioni all'accesso a Internet per controllare la narrazione e reprimere il dissenso. Usano la censura come strumento per limitare la comunicazione e impedire dibattiti su questioni politiche e sociali, specialmente durante eventi critici come elezioni o proteste.

Con l'espressione "censura di Internet" si intende il controllo o il blocco della pubblicazione di contenuti — o dell'accesso ad essi — nella rete Internet.[4] Tale censura può essere effettuata dal governo o da società private su richiesta del governo, da un'autorità di controllo, o di propria iniziativa. Individui e organizzazioni possono attuare l'auto-censura per motivi morali, religiosi o per affari, per conformarsi a norme sociali, a causa di intimidazioni, per evitare conseguenze legali o altro.

Le opinioni sul tema della censura di Internet sono variegate, essendoci argomenti sia a favore che contro di essa.[5] Inoltre, il livello di censura di Internet varia da paese a paese: mentre in alcuni essa è praticamente assente, in altri (come ad esempio Iran[6] e Cina[7][8]) può arrivare perfino a limitare l'accesso alle notizie e reprimere la discussione tra i cittadini sul web.[1] La censura di Internet si verifica anche in risposta o in previsione di eventi come elezioni, proteste e rivolte. Ad esempio, in Tunisia ed Egitto la cyber-censura "è viva e sta bene" in seguito alla primavera araba.[9]

  1. ^ a b (EN) OpenNet Initiative - Filtering Data, su opennet.net, 8 novembre 2011. URL consultato il 17 maggio 2012.
  2. ^ OpenNet Initiative - Country Profiles, su opennet.net, 8 novembre 2011. URL consultato il 17 maggio 2012.
  3. ^ (EN) Reporters Without Borders, Internet Enemies Report 2012 (PDF), su march12.rsf.org. URL consultato il 17 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2012).
  4. ^ Reynolds, p. 204.
  5. ^ (EN) A Taxonomy of Internet Censorship and Anti-Censorship (PDF), su princeton.edu. URL consultato il 17 maggio 2012.
  6. ^ Instagram censurato in Iran, su clickblog.it. URL consultato il 22 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2017).
  7. ^ YouTube censurato in Cina, su gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it.
  8. ^ Come aggirare la censura in Cina, su mag.wired.it.
  9. ^ (EN) John Naughton, Tech giants have power to be political masters as well as our web ones, in The Observer, 26 febbraio 2012. URL consultato il 17 maggio 2012.

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