La Chiesa ortodossa di Costantinopoli (o “Chiesa bizantina”) fu una delle prime Chiese cristiane dell'Impero romano e una componente dell'antica Pentarchia romana. Il suo Santo patrono è l'apostolo Andrea, che si festeggia il 30 novembre.
Secondo la tradizione, la Chiesa sorse nel primo secolo della Cristianità: fu l'apostolo Andrea ad ordinare il primo vescovo della città, quando si chiamava ancora Bisanzio. Poco dopo il 330, in seguito alla decisione di Costantino il Grande di trasferire la capitale dell'Impero romano da Roma a Bisanzio, ribattezzata Nuova Roma o Costantinopoli, il vescovo della città, prima suffraganeo di Eraclea, divenne arcivescovo con l'ampliamento della giurisdizione su altre province già del territorio canonico di Antiochia.
Divenuto poi patriarca, col concilio del 381 (e del 451), ottenne la preminenza d'onore, dopo il vescovo di Roma, sugli altri patriarchi, i principali vescovi della cristianità. Nel 587 si autonominò pure "ecumenico", nonostante le proteste degli altri Patriarcati. Titolo a tutt'oggi non riconosciuto da Roma. La Chiesa di Costantinopoli era divenuta punto di riferimento per gli affari ecclesiastici, per quanto riguardava il governo della Chiesa Orientale, le relazioni con l'Imperatore e la sacra liturgia. Attorno al 1000 infine cercava di essere per tutto l'Oriente quello che Roma era per tutto l'Occidente, con varie discussioni e rotture fino allo scisma.
Costantino nel 325 convocò il Concilio di Nicea, centro a pochi chilometri da Costantinopoli, che fu il primo Concilio ecumenico della cristianità. Doveva essere l'unico, ma ce ne vollero poi altri tre per definire la nuova teologia. Tutti i 7/8 concili ecumenici, fino al IX secolo, vennero tenuti nella capitale o comunque in città prossime alla capitale imperiale. Nel territorio patriarcale della Chiesa di Costantinopoli.
Dopo lo scisma del 1054, seguito alla divisione dell'impero romano, che segnò la rottura con la Chiesa di Roma, dopo quella del 451 con le Chiese di Alessandria e Antiochia, peraltro passate al dominio arabo, Costantinopoli mantenne una posizione predominante tra le Chiese dell'Ortodossia. Predominio pure allargato nell'Impero Ottomano dopo la conquista turca del 1453 e fino al suo disfacimento del 1919/22. Caduto l'Impero però iniziò la crisi per tutti i quattro Patriarcati orientali, per l'affermazione delle Chiese nazionali. Anzi le Chiese slave di Bulgaria, Serbia, Russia e la Romania ottennero o riottennero da Costantinopoli pure il titolo patriarcale.
La Chiesa d'Oriente rimase sempre sotto la tutela dell'imperatore, che esercitava un ampio potere sui propri sudditi. Tra le due istituzioni si creò un sistema di ripartizione di potere, che variò a seconda delle epoche. Da cui l'accusa di cesaropapismo sovente mossa dalla Chiesa d'Occidente, che però tiene poco conto del fatto che nessun imperatore bizantino riuscì ad imporre al patriarca, a parte l'iconoclastia, le sue decisioni in materia di dottrina.
Oggi, il Patriarca di Costantinopoli è l'erede diretto della Chiesa costantinopolitana, confermato come ecumenico nella crisi del 1918.
Un Patriarcato armeno di Costantinopoli è stato istituito nel 1461, appena dopo la conquista ottomana di Costantinopoli, per volere del sultano Maometto II, che sottopose alla sua giurisdizione tutti gli armeni del suo impero.
Anche la Chiesa di Roma istituì un Patriarcato latino di Costantinopoli, per iniziativa di Venezia nel 1204, durante il periodo delle Crociate. Ma dopo l'effimera esperienza dell'Impero latino, poi caduto nel 1261, il patriarca latino si ritirò nella successiva sede in Venezia.