Nei vari culti religiosi il cielo, inteso sia in senso fisico che prettamente spirituale, ha una grande importanza.
Esso è la sede delle divinità oppure una divinità stessa; talvolta il cielo stesso presta alla divinità stessa alcuni suoi attributi.[1] Presso i popoli primitivi la divinità celeste s'identifica in genere con quella suprema,[1] mentre la divinità sotterranea, detta ctonia, ne è in qualche modo nemica o contrapposta.[1]
Fin dall'antichità quindi il cielo era il luogo della trascendenza o dell'aldilà, solitamente contrapposto alla dimensione immanente della terra, alla quale tuttavia esso poteva riconnettersi attraverso una sorta di perno universale chiamato axis mundi o albero cosmico. L'elevazione verso il cielo, con cui i profeti incarnatisi sulla terra spesso vi hanno fatto ritorno, è detta ascensione.[3]
Vasto e sconfinato, dava l'idea dell'immensità di spazio, dell'universalità di pensiero, della pienezza del sentimento, della dolcezza e della grazia, della beatitudine. Le prime divinità furono quelle del cielo, come ad esempio il dio dei tuoni o Zeus.