In telecomunicazioni il termine codifica di canale designa, in una trasmissione digitale, l'insieme di tecniche di elaborazione del segnale informativo, a monte della trasmissione, volte a garantire il più possibile la trasmissione ottimale di un messaggio, ossia l'integrità dei dati attraverso un canale rumoroso che introduce errori nella trasmissione dei dati.[1] In particolare si tratta di tecniche che introducono ridondanza in un flusso informativo digitale utilizzata poi per la rilevazione e/o la correzione dell'errore a valle in ricezione.[1] Nelle telecomunicazioni la codifica di canale, assieme alla codifica di sorgente, rappresenta dunque uno dei vantaggi delle trasmissioni digitali rispetto a quelle analogiche essendo una prerogativa della rappresentazione in formato digitale dell'informazione.
L'elemento in trasmissione deputato alla codifica di canale è detto codificatore di canale, quello complementare in ricezione è detto decodificatore di canale.[2] La tecnica, a parità di BER, in virtù della rilevazione e correzione degli errori, consente eventualmente anche la riduzione del rapporto segnale/rumore, che è un parametro direttamente legato alla probabilità di errore, ovvero quindi della potenza del segnale utile consentendo così un risparmio di potenza in trasmissione.[3] Il prezzo che si paga per l'uso queste tecniche è la riduzione di efficienza di trasmissione di dati utili (Goodput) ovvero la riduzione di efficienza spettrale, data l'introduzione di ridondanza e la necessità di una banda maggiore per la nuova trasmissione a parità di velocità di trasmissione.[4] L'operazione di codifica di canale fa uso di conoscenze proprie della teoria dei codici.