Nel corso della guerra d'Algeria per ottenere l'indipendenza dai francesi le donne algerine combatterono a fianco degli uomini; raggiunsero in tal modo un nuovo senso della propria identità e un certo grado di accettazione da parte degli uomini.
Dopo la guerra le donne mantennero la loro nuova emancipazione e s'impegnarono più attivamente nello sviluppo del nuovo stato.
L'Algeria viene considerata una nazione relativamente liberale e lo status complessivo delle donne lo riflette[1].
C'è da tenere conto però che alcuni devono essere ancora acquisiti, come l'abolizione del matrimonio riparatore, che consente ancora allo stupratore di contrarre matrimonio con la sua vittima e di evitare di conseguenza il carcere.
Alcune donne si sentono a disagio ad uscire di casa senza velo o ad andare in spiaggia in bikini. La parità femminile è sancita nelle leggi algerine e nella sua costituzione; esse possono votare e concorrere per posizioni politiche[2].
Il Global Gender Gap Report per il 2013 era a 0.5963[3].
Nell'ottobre 2018 alle donne algerine viene vietato di indossare il niqab negli uffici pubblici, seguito poi da Tunisia e altri paesi arabi.
Il Global Gender Gap Report del 2019 posiziona l'Algeria 132ª su 153 paesi analizzati con un punteggio di 0,634 su 1,000. Un miglioramento rispetto al 2006 (97ª posizione con un punteggio di 0,602). Il 16,4% delle donne partecipa alla forza lavorativa del paese. Le donne alfabetizzate nel paese sono il 75,3%.
La percentuale di donne che hanno completato gli studi primari, secondari, terziari sono rispettivamente il 95,5%, 50% e 64,4%.
Le donne in Parlamento e ministri sono rispettivamente il 25,8% e 13,3%. L'età media della donna per il primo figlio è di 31,7 anni e la media di figli per donna è di 3,05.[4]