Congiura dell'harem

Congiura dell'harem
Datainizio aprile 1155 a.C.
InfrastrutturaHarem della corte egizia
StatoEgitto (bandiera) Egitto
ArmaIgnota
ObiettivoRamses III
ResponsabiliTiye
Pentawer
Pebekkamen
Mastesuria
Panhayboni
Pentua
Panuk
Pairy
Prekamenef
Iyroy
MotivazioneTentativo di porre sul trono Pentawer a scapito del futuro Ramses IV
Conseguenze
MortiRamses III
La mummia di Ramses III, vittima della congiura (fotografia dell'anatomista G.Elliot Smith, 1912).

La Congiura dell'harem fu un complotto finalizzato a uccidere il faraone egizio Ramses III (1186 a.C. - 1155 a.C.[1]). Protagonista della congiura fu una delle mogli secondarie del sovrano, Tiye[2], la quale sperava di porre sul trono il proprio figlio, il principe Pentawer (che non avrebbe avuto nessuna possibilità di succedere al padre in linea diretta[3]) a scapito del legittimo erede, il principe Ramses-Amonherkhopeshef (il futuro Ramses IV), il maggiore tra i figli ancora in vita di Ramses III[4]. Il piano fu organizzato dall'importante funzionario di corte Pebekkamen. Inizialmente la congiura ebbe successo, dal momento che il faraone fu assassinato, ma fallì nel fine ultimo di porre il principe Pentawer sul trono. I cospiratori furono catturati, condannati e giustiziati. La fonte principale al riguardo è il Papiro giuridico di Torino, redatto su mandato di Ramses IV, che elenca minuziosamente i processi, le accuse e le condanne che seguirono ai fatti della congiura[5]; ma di tale episodio non si fa menzione negli ampi testi che decorano le pareti dei suoi templi e della sua tomba[6]. Questo perché i peccati contro Maat, ossia contro la giustizia e l'ordine cosmico (di cui il faraone era garante), potevano essere descritti nei documenti d'archivio, ma non nei testi ufficiali[6].

  1. ^ E.F. Wente & C.C. Van Siclen, "A Chronology of the New Kingdom" in Studies in Honor of George R. Hughes, (SAOC 39) 1976, p.235, ISBN 0-918986-01-X
  2. ^ I. E. S. Edwards ed., Cambridge Ancient History, Part 2, Cambridge University Press 2000. p.246.
  3. ^ B.G. Trigger, B.J. Kemp, D. O'Connor, A.B. Lloyd, Storia sociale dell'antico Egitto, Editori Laterza, Bari, 2000. ISBN 978-8842061199. p.284.
  4. ^ Jacobus Van Dijk, 'The Amarna Period and the later New Kingdom' in The Oxford History of Ancient Egypt, ed. Ian Shaw, Oxford University Press paperback, 2002, p.306.
  5. ^ Pascal Vernus, Affairs and Scandals in Ancient Egypt, Cornell University Press 2003. p.108.
  6. ^ a b Trigger, Kemp, O'Connor, Lloyd (2000). p.237.

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