Il Conteggio dell'Omer (o Sefirat Ha'omer, in ebraico ספירת העומר?, a volte abbreviato Sefira o l'Omer) nell'ebraismo, è una benedizione con cui si contano verbalmente i 49 giorni che intercorrono tra la seconda sera di Pesach e la festività di Shavuot secondo la Bibbia ebraica (Tanakh, Levitico 23:15-16[2][3]), in memoria della cerimonia dell'offerta dell'Omer che veniva effettuata presso il Tempio di Gerusalemme.[4]
Questa mitzvah ("precetto") deriva dal comandamento della Torah che impone di contare quarantanove giorni cominciando dal giorno in cui l'Omer, un sacrificio contenente la misura di un Omer[5] d'orzo, era offerto al Tempio di Gerusalemme, fino al giorno prima che un'offerta di frumento venisse portata al tempio durante Shavuot. Il Conteggio dell'Omer inizia il secondo giorno di Pesach (il 16 di Nisan) per gli ebrei rabbinici (ortodossi, conservatori, riformati), e dopo lo Shabbat settimanale durante Pesach per gli ebrei caraiti, e finisce il giorno prima della festa di Shavuot, il "cinquantesimo giorno".[4]
L'idea di contare ogni giorno rappresenta una preparazione spirituale e anticipazione della consegna della Torah[6] che fu data da Dio sul Monte Sinai all'inizio del mese di Sivan, verso lo stesso periodo della festa di Shavuot. Lo Sefer ha-Chinuch (pubblicato anonimamente nel XIII secolo in Spagna) afferma che il popolo ebraico fu liberato dalla cattività d'Egitto solo a Pesach (Pasqua) onde poter ricevere la Torah al Sinai – avvenimento che è ora celebrato durante Shavuot –, e ottemperare alle sue leggi. Pertanto il Conteggio dell'Omer dimostra quanto gli ebrei desiderino di accettare la Torah nella propria vita.