Il Partito Democratico presenta al suo interno varie correnti alternative che pur nell'ovvia diversità sui singoli temi hanno dimostrato di saper coesistere in maniera unitaria senza ricorrere a scissioni o strappi dolorosi. È capitato che singoli esponenti politici del partito abbiano cambiato partito,[1] ma nel complesso tali trasferimenti non hanno intaccato la consistenza del movimento.
Le fazioni interne al Democratic Party possono essere suddivise in tre grandi macroaree: liberal; moderati, conservatori e libertari; minoranze etniche e religiose. È comunque da sottolineare che i confini tra le correnti sono molto sfumati e su alcuni temi è difficile stabilire quale sia la posizione liberale e quale sia quella conservatrice; cionondimeno è doveroso segnalare che non di rado sono divampate polemiche interne, soprattutto nel periodo che va dalla fine della presidenza Clinton all'inizio dell'amministrazione Obama.
Un ramo conservatore sul piano fiscale e sociale, meno importante delle altre due, rappresentato dalla Blue Dog Coalition composta tra gli altri da Mary Landrieu, Bob Casey, Jr., Loretta Sanchez e Ben Nelson, che militano per il protezionismo economico, la restrizione dell'aborto e la difesa del diritto al porto d'armi.