Cristiani tedeschi | |
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Deutsche Christen | |
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Abbreviazione | DC |
Tipo | organizzazione religiosa |
Affiliazione internazionale | Partito nazista |
Fondazione | 1932 |
Scioglimento | 1945 |
Lingua ufficiale | tedesco |
I Cristiani tedeschi (Deutsche Christen) fu il più forte movimento protestante della chiesa evangelica[1], nazionalista e antisemita[2] sorto nella Germania nazista dopo le elezioni del 1932. Il movimento si proponeva di realizzare una sintesi tra il protestantesimo e l'ideologia del nazionalsocialismo[3]. La difesa dei principi del nazismo portò a uno scisma all'interno di 23 dei primi 28 corpi ecclesiali regionali (Landeskirchen) e la conseguente fondazione di una Chiesa antagonista nel 1934: la Chiesa confessante, schierata all'opposizione del nazismo stesso. Tra i Cristiani tedeschi vi furono vari gruppi, alcuni più radicali di altri, ma tutti avevano l'obiettivo di fondare un protestantesimo nazionalsocialista.[4] I Cristiani tedeschi abolirono quelle che consideravano essere tradizioni ebraiche rimaste nel cristianesimo e alcuni di loro rifiutarono al contempo l'intero Antico Testamento. Respingevano la teologia accademica tradizionale, giudicandola sterile e non abbastanza populista, e spesso avevano posizioni anti-cattoliche. Nel novembre 1933, un raduno di massa dei Cristiani tedeschi nel Palazzo dello Sport a Berlino, al quale parteciparono 20.000 persone, approvò tre principi:
Sulla base delle affermazioni del segretario nazionale Klundt fatte il 25 aprile 1933 a Königsberg, si è ipotizzato che Hitler si fosse convertito al protestantesimo unendosi ai Cristiani tedeschi.[6] Il cancelliere non confermò né smentì mai la cosa; tuttavia, il generale Gerhard Engel riferì che Hitler gli aveva detto: "Sono cattolico come lo ero prima e lo rimarrò sempre".[7]