L'espressione culto degli antenati si riferisce all'insieme delle pratiche e dottrine religiose basate sulla credenza che i membri defunti di una famiglia o di un clan veglino sui propri discendenti e siano in grado di influire positivamente o negativamente sul loro destino. In tali sistemi l'antenato può assurgere al rango di divinità, che continua a vivere nella memoria collettiva, nella tradizione spirituale da lui fondata, o persino nel lignaggio da lui generato, i cui discendenti ne costituiscono in un certo senso il corpo manifesto.
Questa forma di religiosità riveste una notevole importanza antropologica, essendo comune a moltissime culture; in particolare, il culto degli antenati è presente in modo più radicato ed evidente nella religione tradizionale cinese e in numerose società dell'Africa subsahariana. Alcune vestigia si possono identificare anche in talune culture del mondo occidentale, come quella romana. Un esempio recente, sebbene piuttosto attenuato, è la festività cattolica della commemorazione dei defunti, che ha perso tuttavia gran parte della componente di adorazione verso il progenitore, al quale non è più riconosciuto il potere di influire sulla vita dei discendenti.[1]