Cultura protovillanoviana | |
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La diffusione della cultura dei campi di urne alla fine dell'età del bronzo | |
Nomi alternativi | Protovillanoviano |
Orizzonte archeologico | Cultura dei campi di urne |
Regione | Penisola italiana, Sicilia orientale |
Periodo | Fine dell'età del bronzo |
Date | 1200-900 a.C. |
Sito tipo | Villanova (da cui ha preso il nome) |
Altri siti | Frattesina in Veneto, Bismantova e Ripa Calbana in Emilia-Romagna, Cetona, Sovana e Saturnia in Toscana, Sorgenti della Nova e monti della Tolfa nel Lazio, Pianello di Genga nelle Marche, Ortucchio in Abruzzo, Timmari in provincia di Matera (Basilicata), Torre Castelluccia, Canosa (Puglia), Tropea (Calabria) e Milazzo (Sicilia) |
Seguita da | Cultura villanoviana, Cultura atestina, Cultura laziale |
Definita da | Giovanni Patroni nel 1937 |
La cultura protovillanoviana (XII secolo a.C. - X secolo a.C.) è una facies culturale sovranazionale,[1][2] derivata dalla cultura dei campi di urne dell'Europa centrale, che si diffonde in gran parte d'Italia, incluse la Sicilia orientale e le isole Eolie, tra il 1175 a.C. e il 960 a.C. circa, nell'età del bronzo finale, caratterizzata dal rituale funerario dell’incinerazione.