Dara Birnbaum (New York, 1946) è un'artista statunitense conosciuta per aver realizzato opere video e installazioni multimediali. All'interno dei suoi lavori pone spesso in atto procedimenti volti a decostruire criticamente l'egemonia delle immagini dei mass media e dei gesti, per affrontare le mitologie della cultura nella storia.
La sua pratica artistica ha precedenti storici nel fotomontaggio dadaista e dell'immaginario mediatico della pop art.[1]
Ha definito un nuovo modello di appropriazione artistica critica, o decostruttivista, anticipatrice delle pratiche contemporanee di riuso dei materiali mediali, una strategia di come manipolare i media, successivamente divenuta una pratica di consumo culturale.[2]
Ha lavorato sulle immagini video fino ai primi anni ottanta, definendo la loro appropriazione come un atto che prende possesso di un "altro immaginario" o di un'idea, spesso senza permesso. Successivamente si è dedicata ad altri progetti.[1] Il suo lavoro si relaziona con un gruppo d'artisti donne, emerse tra gli anni sessanta e gli anni settanta, che utilizzavano la critica femminista come strategia di lavoro, come ad esempio Cindy Sherman e Sherrie Levine.[3]
Lavora molto sia sulla ripetizione dell'immagine che sull'interruzione del flusso, con testi e musica. È anche nota per la sua appartenenza al movimento femminista. Vive e lavora a New York.