Decameron | |
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Altri titoli | Decamerone |
Incipit dell'opera in un'edizione stampata a Venezia nel 1492 | |
Autore | Giovanni Boccaccio |
1ª ed. originale | 1349-1353 |
Editio princeps | 1470? |
Genere | raccolta di novelle[1][2] |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Firenze |
Il Decameron, o Decamerone (parola composta dal greco antico: δέκα?, déka, "dieci" e ἡμερῶν, hēmerôn, genitivo plurale di ἡμέρα, hēméra, "giorno", letteralmente "di dieci giorni", nel senso di "[opera] di dieci giorni")[3], è una raccolta di cento novelle scritta da Giovanni Boccaccio nel XIV secolo, probabilmente tra il 1349 (anno successivo all'epidemia di peste nera in Europa) e il 1351 (secondo la tesi di Vittore Branca) o il 1353 (secondo la tesi di Giuseppe Billanovich).
È considerata una delle opere più importanti della letteratura del Trecento europeo, durante il quale esercitò una vasta influenza sulle opere di altri autori (si pensi ai Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer, opera con una struttura e una cornice narrativa del tutto simili), oltre che la capostipite della letteratura in prosa in volgare italiano. Boccaccio nel Decameron raffigura l'intera società del tempo, integrando l'ideale di vita aristocratico, basato sull'amor cortese, la magnanimità e la liberalità coi valori della mercatura: l'intelligenza, l'intraprendenza, l'astuzia.
Il libro narra di un gruppo di giovani che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze, spostandosi in una villa sulle colline del fiorentino, per sfuggire alla peste nera che imperversa nella città, e che a turno si raccontano delle novelle di taglio spesso umoristico e con frequenti richiami all'erotismo bucolico del tempo. Per quest'ultimo aspetto il libro fu tacciato d'immoralità o di scandalo e fu in molte epoche censurato o comunque non adeguatamente considerato nella storia della letteratura. Il Decameron fu anche ripreso in versione cinematografica da diversi registi, tra cui Pier Paolo Pasolini e i fratelli Taviani.