Il dispositivo vigilante, più conosciuto come dispositivo dell'uomo morto, definisce uno specifico apparecchio di sicurezza atto a controllare la presenza e lo stato vigile del conducente di un veicolo e, in particolare, del macchinista ai comandi di un treno[1].
Dispositivi del genere, all'inizio molto semplici, sono stati ideati sin dai primi decenni del XX secolo ed applicati per evitare che distrazioni o improvvisi problemi di salute del macchinista posto alla guida di un rotabile potessero provocare un disastro. In Italia vennero sperimentati vari sistemi e in particolare negli anni trenta l'ingegnere Gino Minucciani ne aveva approntato uno da installare sulle locomotive elettriche[2].
In Francia viene utilizzato un dispositivo vigilante che prende il nome di VACMA (Veille Automatique à Contrôle du Maintien d'Appui)[3] che ha lo scopo di controllare la presenza e vigilanza del macchinista e permette l'uso dell'agente unico di guida.
In Italia l'uso del dispositivo vigilante era ideato ma non utilizzato dalle Ferrovie dello Stato nel secondo dopoguerra. A partire dal 2002 un dispositivo VACMA è stato introdotto progressivamente da Trenitalia S.p.A. sui rotabili nonostante dure opposizioni da parte di alcuni dei sindacati di categoria. Dispositivi di vigilanza sono presenti oggi su metropolitane, tranvie e ferrovie sia in Italia che nel resto del mondo.