La domenica è il giorno della settimana civile tra il sabato e il lunedì, considerato il settimo da alcuni e il primo da altri.
Nella maggioranza dei Paesi europei e in America Latina è considerato l'ultimo giorno della settimana. Nella liturgia cattolica e in genere nei paesi anglosassoni, nonché anche in Argentina, Grecia e Giappone, che mantengono l'ordine stabilito in epoca romana, invece è considerato il primo.
Prima dell'avvento del Cristianesimo, questo giorno corrispondeva al dies solis, cioè il «giorno del Sole» in onore della divinità del Sol Invictus. Ancora oggi questa denominazione si è conservata nelle lingue germaniche come nella lingua inglese Sunday, o nella lingua tedesca Sonntag.[2]
Già con Costantino il Grande, l'impero riconobbe validità civile ai decreti episcopali. Costantino istituì la domenica come giorno festivo pubblico in tutto l'impero, pur lasciandone libera l'interpretazione del significato religioso.
Successivamente all'Editto di Tessalonica del 27 febbraio 380 (con il quale gli imperatori Graziano, Teodosio I e Valentiniano III avevano proclamato il cristianesimo religione di Stato) il dies Solis venne rinominato dies dominicus («Giorno del Signore») e reso obbligatorio come giorno di riposo. In tale forma ci è giunto fino a oggi.
La celebrazione della domenica come giorno della risurrezione di Gesù da parte dei cristiani è attestata sin dai tempi apostolici (Apocalisse 1,10[3]; Atti 20,7[4]; 1 Cor 16,2[5], Giovanni 20,26[6] ("otto giorni dopo...").
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